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mercoledì 15 maggio 2013

Venezuela: Caracas, questa volta di ritorno!!


Vi stiamo scrivendo qui direttamente da Caracas, il punto di partenza come di chiusura del nostro lungo viaggio! Dopo un tragitto luunngo e scomodissimo in autobus ci siamo spostati da Santa de Coro, nel nord del Venezuela, direttamente alla capitale dove ci attendevano i nostri due amici conosciuti già a Novembre.
A Coro abbiamo alloggiato in un ostello davvero bellino, "la Casa de los Pajaros", dove ci siamo “rinchiusi” per qualche giorno in una bolla di comodità, quotidianità e pace. Abbiamo anche colto l'occasione per visitare l'unica parte desertica del Paese... è assurdo, a circa tre chilometri dal centro della bella cittadina coloniale inizia il deserto, così come se nulla fosse! E' stato divertentissimo fare foto, rotolare e uscire da uno scenario mai immaginato qui, affianco ai Caraibi, pieni zeppi di sabbia desertica!!
Ma veniamo al punto più importante... Caracas!! Gli amici che ci conoscono di persona si ricordano bene le paure e le perplessità (soprattutto loro!!) di atterrare nella città più pericolosa del Sud America... dopo quasi tr ;-) ) e mesi di auto-terrorismo psicologico dato da giornali, internet, racconti allucinanti di rapimenti, furti, siamo usciti di notte dall'aeroporto Simon Bolivar con le gambe che facevano un po' “giacomo giacomo”. Il turbinio di pensieri ansiogeni nostri e di quelli che li hanno alimentati ci ha travolti subito, tirandoci tre/quattro sberle in faccia e lasciandoci senza niente da dire, solo aspettando la temuta verità. Per fortuna, le nostre esperienze di viaggio passate ci avevano già insegnato a:
  • primo, avere più fiducia nelle persone e nelle possibilità del mondo;
  • conoscere nuovi mezzi di comunicazione e di condivisione;
  • non fidarci mai al 100% delle opinioni di chi non viaggia
Infatti avevamo già contatto due ragazzi tramite il sito Couch Surfing: Adrian e Tony. Adrian vive a pochi chilometri dall'aeroporto e, quando siamo usciti in quello stato tra coscienza ed incoscienza, ci aveva accolto con un sorrisone caloroso di benvenuto. Come già raccontato, egli ci ha scortato a casa sua, ci ha fatto conoscere la sua famiglia ed in due ore stavamo già mangiando un piatto tipico con una famiglia venezolana in quartiere al di fuori della temuta città. Per di più il giorno seguente ci hanno accompagnato entrambi a prendere l'autobus per l'inizio del lungo tragitto verso la Colombia. Due santi!

Oggi siamo qui nella stessa casa ed è incredibilmente bello poter scambiare con loro che ci avevano conosciuto sei mesi fa tutte le esperienze vissute in questo lasso di tempo!
Arrivati l'altro ieri, siamo stati subito accolti da Tony che ci aspettava al terminal La Bandera, e ci ha portato a casa sua, più o meno nel centro della capitale.
E' degno di nota il fatto che questi due ragazzi conosciuti casualmente in un sito web tra due mesi saranno in Italia, anche loro zaino in spalla, per conoscere un altro mondo diverso dal loro, quello Europeo. Questi giorni quindi sono un intenso scambio di consigli, racconti, anche per aiutare loro a muoversi meglio nel nostro Paese.
La giornata di ieri è stata moltoo lungaaa! E' iniziata a casa di Tony alle sette di mattina ed è finita a casa di Adrian alle dieci di sera! L'abbiamo trascorsa nientepopodimenoche nell'Università di Caracas! Tutti due infatti avevano molte lezioni e non potevano portarci troppo in giro (in realtà abbiamo potuto comunque visitare due musei e passeggiare nel centro) quindi abbiamo passato diverse ore passeggiando nel parco che collega le varie facoltà... davvero un bel luogo! L'università qui, come abbiamo visto in molti paesi del centro America è gratuita... vabbè diciamo che devono pagare un Bolivar all'anno (cioè... mmm... più o meno 12 centesi di Euro!!)!! E' molto difficile per noi capire come questi Stati in condizioni di povertà possano permettersi di pagare l'istruzione di tutti i giovani che lo vogliono... e rimane ancora un mistero. Un'informazione utile per capire almeno la situazione venezolana è che da molti anni vige un governo socialista, per cui tutti possono e devono avere tutto in uno standard più basso ma comune. D'altro canto questo sistema nasconde delle lacune immense nella gestione delle risorse, nei rapporti politici ed economici interni ed esteri, nello sviluppo sociale del suo popolo. A parte queste considerazioni complesse, tendenziose e di cui dovremmo informarci molto di più per parlarne con coscienza, quello che possiamo affermare è che è stato davvero completamente assurdo passare delle ore da soli ed in compagnia nell'università della città più pericolosa e sentirsi a proprio agio. Inoltre, abbiamo avuto l'onore di mangiare aggratis come tutti gli studenti nella mensa socialista, con un piatto per noi vegetariano molto ricco e complesso, a base di riso e riso e... riso!! A no... c'era anche della frutta!!
Distesi sul parco, guardando le nuvole muoversi nel cielo caraqueño, riflettevamo come la realtà ha cambiato faccia con soli sei mesi di tempo... ora le strade, le case, i rumori, gli odori di Caracas che all'inizio non potevamo sopportare, che non capivamo, che non potevamo accettare, ora sono diventati qualcosa di normale, gli elementi che costituiscono la cultura Latino Americana e che ora ci sono così cari che ci viene male a lasciarli... 

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